Claudio Lolli - "Dalla parte del torto"

9,17 

SALDI DI NOTE FINO AL 15 FEBBRAIO 2023

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Descrizione

Cronaca emozionale. Non posso farne a meno. Non sono obiettivo. Come potrei? Torna dopo qualche tempo Claudio Lolli e torna ad alti livelli. Sono passati solo due anni da "Viaggio in Italia" ma la pausa sembra piu' lunga. Soprattutto perche' Viaggio in Italia ha avuto una distribuzione semi-clandestina e un po' anche perche' Lolli sembrava ormai fuori dal "grande giro" (ma esiste un grande giro?). Poi l'ho visto in concerto, assieme al fido e valente Paolo Capodacqua (interprete di primo piano anche in questo disco), poi l'ho rivisto di nuovo, gli ho parlato, l'ho sentito. Personaggio controverso. Sembra che nemmeno lui creda in se stesso. Sorride beffardo a chi gli rimprovera di dover leggere i suoi stessi testi o a Capodacqua che suggerisce (scherzando) che forse non li ha nemmeno scritti Lolli i testi. I testi! Ah, il piacere, ieri, in tram di prendere il booklet dal cd e leggermi tutti i testi. E appena finito di leggerli aver voglia di chiamare altra gente e di leggerli anche a loro. "e il lavoro l'ho chiamato piacere /perche' la semantica e' violenza/ oppure e' un'opinione" (Analfabetizzazione). "E quando vi siederete dalla parte del torto/ perche' ogni altro posto sara' gia' stato occupato / con quel culo bellissimo che la mia donna di ha dato" (Dalla parte del torto) . "Pero' se accetti il gioco e sei anche tu della partita / ricorda che rinunci a dare un senso alla tua vita" (Il mondo e' fatto a scale). "Poi del resto la gente alla fine vuol muovere i piedi/e scalare montagne davvero piu' alte di te /che rimani col fiato di vino / a soffiare vetrate" (Folkstudio). "Nessun uomo e' un uomo qualunque / il suo corpo puo' essere pieno / di un amore cercato da tanto /di un amore pensato dicorsa /di un amore che non perde il treno" (Nessun uomo e' un uomo qualunque).Testi. Parole. Tante parole che hanno un senso. Che si depositano nel verso giusto nella mia testa, nelle mie orecchie, dietro i miei occhi e che stimolano le corde giuste. Emozioni, ricordi, tristezze, amori. Gioventu' e maturita'. Un pallone in un prato e un bicchiere di vino. "Il mio cuore incantato / sempre malinconico / e mai rassegnato"
Non ho neanche bisogno delle musiche. Mi bastano le parole. Mi basta vibrare leggendo poesie che sono poesie e sono anche canzoni. Perche' Lolli sa scrivere. Sa quello che scrive ed ha sempre storie da raccontare e cose da dire. Cose non banali. Magari semplici, magari piane, magari piccole, ma ... nessuno scrive come lui. Ne' Fossati (che pure ha una statura di musicista colossale, ne' Conte, ne' De Gregori e, tutto sommato, nemmeno Guccini (quello comunque che piu' gli si avvicina). Ma Guccini senza musica stenta. La ricerca della rima a tutti i costi lo penalizza. Lolli vola. Agile e leggero. Provate a leggerlo a voce alta. Provate a recitarlo! E' gia' tutto li'.

Poi ci sono le musiche.
E qui siamo ad una poverta' che rasenta l'autarchia. Le chitarre di Paolo Capodacqua, qua e la' brevi tocchi di un'elettrica aggiunta, programmazione e tastiere di Diego Michelon. Fine.
Solo Borghesia e' fatta assieme ai Gang dei fratelli Severini (che, dopo La Locomotiva, dopo Vedrai vedrai di Tenco, dopo Auschwitz si stanno specializzando nel rifare il repertorio della canzone d'autore italiano. Gli manca solo De Andre'! Speriamo!!!) ed ha quindi una veste musicale meno spartana. Borghesia dove "il vento" che "un giorno ti spazzera' via" e' diventato il "vento che un giorno, forse, ti spazzera' via" o dove "per esempio una figlia artista, oppure un figlio commerciante o peggio ancora se e' un comunista" si arricchisce di un "EX" subito dopo comunista che racconta, in una sola sillaba, gli ultimi 20 anni della nostra storia. "Borghesia" e' del 1972, Analfabetizzazione del 1977, come la Canzone dell'amore o della precarieta', mentre L'amore ai tempi del fascismo e' del 1998 (Viaggio in Italia).Quattro le canzoni nuove (almeno per me), le prime quattro del disco. Nessun uomo e' un uomo qualunque, Folkstudio, Dalla parte del torto e Il mondo e' fatto a scale. In mezzo una poesia: Riascoltando gli "Zingari felici" (citazione della celebre canzone di Lolli) di Gianni D'Elia, letta dall'autore (sembra una donna, ma sulla copertina dice cosi'. Mah?). Poco piu' di 40 minuti (a prezzo ridotto 29.900, ma gia' in molti lo vendono a prezzo di saldo. Sulle 28.000 lire) di intense e vergognose emozioni. Una copertina che richiama Folon.

Un libretto con tutti i testi e alcune belle foto. Piu' di 40 minuti per volare un po' piu' in alto, appena sopra il pelo della merda che sembra destinata a sommergerci. Come dice Claudio: "dalla nostra collina , vorremmo emettere dei fumi diversi : è possibile parlare nel mondo senza pensare-positivo, senza buonismi e cattivismi e presunzioni, senza dire troppo, ma dicendo qualcosa".Ah, ragazzi che gioia! - Leon Ravasi

TRACKLIST

1. Nessun Uomo è Un Uomo Qualunque   4:40

2. Folkstudio   4:53

3. Dalla Parte Del Torto   4:30

4. Il Mondo è Fatto a Scale   6:40

5. Riascoltando Gli Zingari Felici   2:30

6. Analfabetizzazzione   5:40

7. Canzone Dell'Amore  o Della Precarietà   3:30

8. L'Amore Ai Tempi Del Fascismo   4:23

9. Borghesia   4:44

BIOGRAFIA

Era nato a Bologna nel 1950 e venne portato alla Emi proprio da Guccini: il suo stile divenne immediatamente riconoscibile, simbolo dell'insoddisfazione più profonda e letteraria della canzone politica post '68.
Il suo primo disco, Aspettando Godot del 1972, era uno dei più evidenti segnali della volontà della discografia di inestire sui portavoce della protesta giovanile più radicale e incupita. Lolli si rivelò subito come un personaggio vero, capace di trasformare in canzoni la malinconia del vivere quotidiano. Così come il successivo Un uomo in crisi, che conteneva anche un brano dedicato ad Antonio Gramsci, Quello lì, e un deciso inno antimilitarista come Morire di leva. Le canzoni erano aspre e gli arrangiamenti ridotti ed essenziali, ma il suo stile e le sue parole erano in sintonia con i tempi: in breve Lolli divenne uno degli autori più trasmessi dalle celebri "radio libere". Divenne così uno degli esponenti di maggior talento della seconda generazione cantautorale, quella degli anni Settanta immersa in dibattiti ideologici e sociali.
Dopo le aperture strumentali di Canzoni di rabbia del 1975, Lolli si liberò definitivamente dell'etichetta di cantautore triste con un album capolavoro come Ho visto anche degli zingari felici (1976). Un disco che affrontava senza metafore argomenti di attualità come il terrorismo e gli attentati, emarginati e femminismo ma con una ricchezza musicale e lirica difficilmente eguagliabile. Quell'album resta uno dei lavori più riusciti e significativi dell'intera discografia italiana anni 70.
"La musica mi ha salvato la vita dalla banalità", raccontò in un'intervista, "è uno scopo: cercare di guardare la realtà con occhi diversi e raccontarla". Gli Zingari raccontavano le ansie di una generazione alle prese con l'utopia della rivoluzione: Lolli impose anche un prezzo "politico" al disco, che venne messo in vendita 3.500 lire.
Dopo il successo dell'album, Lolli decise di lasciare la Emi per approdare all'etichetta indipendente Ultima Spiaggia. Il disco successivo, Disoccupate le strade dai sogni (un libro di testi da lui pubblicato lo scorso giugno portava lo stesso titolo), fu un atto di coraggio musicale, pieno com'era di riferimenti jazz e di arrangiamenti insoliti, ma fu anche un suicidio commerciale. La sua scarsa disponibilità nei confronti della promozione e una fama controversa (veniva accostato all'ala più estremista del movimento del '77) fecero il resto: per tre anni rimase fuori dal circuito discografico.Gli anni 80 e 90 furono caratterizzati da una serie di album di buon livello ma non troppo fortunati. Fu nel 2000 con Dalla parte del torto che Lolli ritrovò una dimensione consona al suo talento. Album pubblicati da piccole etichette come La scoperta dell'America del 2006, Lovesongs e il più recente Il grande freddo (uscito nel 2017 grazie a un crowdfunding) lo avevano fatto riscoprire anche al pubblico più giovane, oltre che alla critica: con quel disco aveva conquistato la Targa Tenco per il miglior album dell'anno.

 

Informazioni aggiuntive

Peso 0,1 kg

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